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AGENDA LEGALE LUGLIO 2025

       

 

STUDIO ROMANO  LEGAL

Contenzioso Tributario

LEGITTIMAZIONE ATTIVA

(Corte di Cassazione –– Sentenza n. n. 12864/5 del 13/06/2025)

Non ha legittimazione attiva la persona fisica cui è stato notificato atto impositivo che non contiene alcuna pretesa tributaria a suo carico, neanche in via solidale o sanzionatoria.

Secondo i supremi Giudici, la persona fisica non è legittimata ad impugnare un atto impositivo in proprio neanche con lo scopo di negare di detenere la qualità ed il potere rappresentativo a causa del quale gli è stata indirizzata la notifica dell’atto stesso.

Nel dettaglio, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un contribuente avverso un atto impositivo intestato e diretto ad una società, con sede all’estero, ma a notificato a lui in qualità di rappresentante fiscale di soggetto non residente.

 

NULLITA’ DELLA SENTENZA

(Corte di Cassazione – Ordinanza 15619/5 del 15/06/2025)

E’ nulla la sentenza emessa dal giudice tributario se non sia stata comunicato alle parti, almeno tre giorni prima dell’udienza da remoto, l’orario dell’udienza e le modalità di collegamento. Questa comunicazione adempie all’essenziale funzione di garanzia del diritto di difesa e del principio del contraddittorio.

Nel caso specifico la Corte di Cassazione ha cassato con rinvio una sentenza di secondo grado in quanto il contribuente, formulata ritualmente istanza di trattazione dell’udienza da remoto, aveva poi appreso che la causa era stata già trattata e decisa non consentendogli di potersi difendere.

INTERESSE AD AGIRE E ROTTAMAZIONE QUATER

(Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Sicilia– Sentenza n. 3719/13  del 21/05/2025)

Viene dichiarato inammissibile il ricorso precedentemente instaurato dal contribuente  nel momento in cui decida di aderire alla definizione agevolata, la c.d. rottamazione quater.

L’ inammissibilità del ricorso viene dichiarata per sopravvenuta carenza di interesse.

Così si è espressa la Corte di Giustizia di secondo grado della Sicilia, allineandosi peraltro ad alcune pronunce precedenti della Corte di Cassazione, recentissima la sentenza n. 780 del 12/01/2025.

La Corte siciliana, dopo aver illustrato i tre orientamenti attualmente esistenti sulla fattispecie, ed ovvero che in caso di rottamazione del debito il giudizio vada sospeso fino ad integrale pagamento del debito o che vada sospeso fino al pagamento dei debiti fino a quel momento maturati o che il giudizio vada dichiarato inammissibile, ha ritenuto di accogliere questa ultima interpretazione che ritiene in linea con il principio costituzionale della ragionevole durata del processo di cui all’articolo  111 della Costituzione.

 

 

Sezione  Lavoro

PERMESSI EX LEGE 104

(Corte di Cassazione  - Ordinanza  n. 5498/2025)

E’ legittimo il licenziamento del dipendente che ha utilizzato i permessi ex lege 104/1992, concessi per l’assistenza al familiare affetto da grave disabilità, per i giorni in cui il predetto familiare era ricoverato in una struttura ospedaliera, in grado di fornirgli valida assistenza.

Così ha stabilito la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 5948/2025

 

ANTICIPO TFR

(Corte di Cassazione – Sez. civile – Sentenza n.13525 del 20/05/2025)

Con la sentenza recentissima del 20/05/2025, la Corte di Cassazione civile ha affermato che l’anticipazione del TFR, operata in modo continuativo mediante accredito mensile nella busta paga, va a snaturare la funzione dell’anticipazione.

Anticipare il TFR è una deroga, dovuta a ragioni eccezionali cui far fronte una tantum, rispetto alla regola generale per cui il Trattamento di Fine Rapporto va accantonato mensilmente.

Sull’argomento si era già espresso l’Ispettorato nazionale del Lavoro, concludendo, con la nota prot. 616 del 3/04/2025, che l’anticipazione automatica in busta paga della quota di TFR è illegittima.

 

LICENZIAMENTO

(Tribunale di Napoli Nord – Sentenza n. 1758 del 16/04/2025)

E’ legittimo e valido il licenziamento comunicato tramite WhatsApp, con allegazione del Modello Unilav.

Dunque la comunicazione del licenziamento, sebbene attraverso strumenti informatici come appunto whatsapp, soddisfa il requisito della forma scritta prevista  dalla legge 604/1966, purché essa contenga l’indicazione delle generalità delle parti – gli estremi del rapporto di lavoro -  data del recesso . motivazione del recesso e venga portata effettivamente a conoscenza del lavoratore.

La ricezione e la conoscenza  da parte del lavoratore sono elementi essenziali per la validità della comunicazione.

Tale decisione si inserisce in un orientamento giurisprudenziale che riconosce la validità delle comunicazioni di licenziamento effettuate con mezzi informatici, purchè garantiscano certezza e trasparenza della manifestazione della volontà del datore di lavoro 

 

Contenzioso Amministrativo

COSTO DELLA MANODOPERA

(TAR Sicilia  -Catania Sez. III – Sentenza n. 1354/2025)

Nell’ambito di un contratto di appalto, un’offerta che presenti un costo della manodopera inferiore rispetto  a quello stimato dalla stazione appaltante non deve essere automaticamente esclusa, ma sottoposta a verifica di anomalia.

In sede di verifica l’operatore dovrà dare prova di rispettare i minimi salariali previsti dal contratto collettivo applicato e di essere riuscito a conseguire il ribasso solo grazie ad una efficiente organizzazione aziendale.

Nel settore degli appalti pubblici il ribasso dei costi della manodopera è una questione alquanto controversa e dibattuta, soprattutto perchè non è un problema meramente tecnico ma investe  efficienza economica – tutela dei diritti dei lavoratori – disciplina concorrenziale

 

APPALTO PUBBLICO

(Consiglio di Stato – Sez.III – Sentenza n. 84 del 1703/2025)

L’estinzione del reato (che consente di non dichiarare l'emanazione del relativo provvedimento di condanna), non è automatica per il mero decorso del tempo, ma deve essere formalizzata in una pronuncia espressa del Giudice dell'Esecuzione Penale, con la conseguenza che, fino a quando non intervenga tale provvedimento giurisdizionale, non può legittimamente parlarsi di reato estinto e il concorrente ad una pubblica gara non è esonerato dalla dichiarazione dell'intervenuta condanna

 

ERRORE PROGETTUALE

(D.Lgs. n. 36/2023  – Art. 41 comma 8)

L’appaltatore è tenuto a verificare la progettazione fornita dalla Stazione appaltante. Rientra tra i suoi obblighi di diligenza infatti, secondo l’articolo 1176 c.c., senza una specifica pattuizione in tal senso, il controllo della validità tecnica del progetto fornito  dal Committente, posto che il risultato promesso dipende dalla corretta progettazione prima ancora che  dall’esecuzione dell’opera.

Il mancato rispetto dell’onere di verificare il progetto, e correlatamente di segnalare prontamente eventuali carenze progettuali, può avere come conseguenza l’impossibilità per l’appaltatore di opporre cause di impedimento all’esecuzione dei lavori, come ad esempio  la scoperta in corso di opera di peculiarità geologiche, idriche, di gestione delle interferenze o di altro tipo(così, fra le altre,  Corte di Cassazione n. 5144/2020 – Corte di Appello di Cagliari n. 258/2023 – Tribunale di Palermo n. 4543/2021).

La circostanza per cui l’appaltatore esegue l’opera sul progetto predisposto o fornito dal Committente e redatto da professionisti esterni, non degrada l’appaltatore stesso a mero esecutore. L’appaltatore è tenuto ad eseguire a regola d’arte il progetto, ma anche a controllare la congruità e la completezza del progetto e persino dell’operato della Direzione dei lavori.

 

Varie

ADOZIONE DI MAGGIORENNE

(Corte Costituzionale  - -  Sentenza n. 53 del 18/04/2025)

In caso di adozione di maggiorenne il cognome dell’adottato non può essere sostituito con quello dell’adottante. Questa scelta legislativa, secondo la Corte costituzionale, non ha né come conseguenza  una irragionevole disparità di trattamento né determina una lesione del diritto all’identità personale.

Simile sostituzione equivarrebbe alla cancellazione del cognome dell’adottato «che per (almeno) diciotto anni ha rappresentato il segno distintivo della sua identità personale». Né risolverebbe il problema la previsione del consenso dell’adottato a una adozione che produca tale effetto sostitutivo, poiché questo lo 

esporrebbe al rischio di «condizionamenti da parte dell’adottante, tanto più ove si considerino i benefici che l’adozione civile apporta all’adottato sul piano successorio».

La Corte ha altresì precisato che, ove la persona maggiore d’età abbia interesse a cancellare il proprio originario cognome, (anche perché questo rivela l’origine naturale) l’ordinamento già appresta specifici rimedi, come l’articolo 89, comma 1, del d.P.R. numero 396 del 2000 che disciplina la procedura da seguire per cambiare il cognome

 

RESPOSANBILITA’ MEDICA

(Corte di Cassazione  –Sez. penale Sentenza n.  25145 del 9/07/2025)

Il c.d. medico di famiglia può essere incriminato per omicidio colposo in caso di morte del suo paziente.

Infatti, in tema di responsabilità medica per reato omissivo colposo, il medico di medicina generale è tenuto a porre in essere tutte le condotte necessarie per tutelare la salute del suo paziente, anche al di là della mera richiesta di ricovero.

La sua posizione di garanzia, derivante dal rapporto terapeutico instaurato col paziente, fa si che la semplice trasmissione di un modulo non lo assolve dai suoi obblighi, se poi egli non faccia seguire una effettiva vigilanza sull’evoluzione clinica ed eventualmente un intervento tempestivo in caso di aggravamento delle condizioni.

La morte del paziente  che sia evitabile con una condotta alternativa doverosa, può fondare la responsabilità del medico anche in presenza di condotte apparentemente attivate.

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Notiziario Legale Giugno 2024