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AGENDA LEGALE OTTOBRE 2025

       

 

STUDIO ROMANO LEGAL

Contenzioso Tributario

CARTELLA SUCCESSIVA ALL’ACCERTAMENTO CON ADESIONE

(Corte di Cassazione –– Sezione civile – Ordinanza n. 24715/2025)

La cartella di pagamento emessa successivamente all’atto di accertamento con adesione, da cui sia scaturita una dilazione poi non rispettata (nel caso specificamente trattato dalla Corte il contribuente ha omesso di versare una o più rate della dilazione scaturita) non necessita di una motivazione specifica.

In tale ipotesi infatti il contribuente conosce già i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche della pretesa fiscale subita, per cui l’onere motivazionale può considerarsi assolto dall’Ufficio già solo con il mero richiamo all’atto di adesione.

E’ quanto stabilito dalla Corte di Cassazione in una recentissima ordinanza.

 

DINIEGO DI RIATTIVAZIONE DI PRECEDENTI DILAZIONI DI PAGAMENTO

(Corte di Giustizia tributaria di secondo grado della Puglia – Sentenza n. 1918/ del 18/06/2025)

Il diniego di riattivazione di dilazioni di pagamento è impugnabile anche se non specificamente indicato tra gli atti impugnabili di cui al Decreto legislativo 546/1992, essendo riconducibile al diniego di agevolazioni (articolo 1 D.Lgs 546/1992)

Così si è espressa la Corte di Giustizia tributaria di secondo grado della Puglia richiamandosi a varie precedenti sentenze in tema di impugnazioni di atti non espressamente ricompresi nel novero di legge (Cassazione 2144/2020 – Cassazione 20119/2023 – Cassazione 1335/20249.

 

ERRORE DI COMPILAZIONE

(Corte di Cassazione civile – Sez. V – Ordinanza n. 26107  del 25/09/2025)

L’errore di compilazione effettuato nella predisposizione del bilancio non genera sanzione per dichiarazione infedele, sempre che l’errore non abbia avuto alcuna incidenza sul conto economico.

Questo importante principio è stato stabilito dalla Corte di Cassazione che ha evidenziato che la sola presenza di un errore contabile nel bilancio, se non dispiega effetti sulla determinazione del reddito d'impresa o sull'imposta dichiarata, non integra una dichiarazione infedele

Non è applicabile la sanzione in quanto non sussiste il presupposto che è la sussistenza di un'effettiva divergenza tra il reddito imponibile dichiarato e quello accertato, tale da produrre effetti fiscalmente rilevanti.

Nel caso specifico, la Cassazione ha ritenuto inapplicabile, nella fattispecie in esame, la sanzione per infedele dichiarazione, in quanto l'errore nella rappresentazione di un debito inesistente era stato bilanciato da una erronea registrazione, di pari importo, tra le rimanenze. Una duplicazione contabile, dunque, che sebbene irregolare, non ha prodotto effetti sul conto economico, né ha modificato la base imponibile e che non consente di ritenere la dichiarazione dei redditi infedele.

 

   

Sezione  Lavoro

LICENZIAMENTO

(Giurisprudenza varia)

Recentemente, i giudici si sono trovati a confrontarsi con l’ingresso nelle relazioni di lavoro delle nuove tecnologie e con l’impatto dei mezzi di comunicazione digitale.

Oggi, molti casi riguardano licenziamenti comunicati tramite SMS, email, o WhatsApp.

In relazione agli sms, la Giurisprudenza è orientata  sul ritenere che un licenziamento comunicato tramite questo mezzo possa considerarsi in forma scritta, equiparando l’SMS a un telegramma dettato per telefono.

In relazione alla mail, la giurisprudenza ha mostrato orientamenti contrastanti.

Alcuni giudici hanno negato l’efficacia del licenziamento per mancanza della forma scritta della sottoscrizione. Altri invece, hanno ritenuto valida la risoluzione del rapporto nei casi in cui il licenziamento era trasmesso per il tramite di un file allegato a una email non certificata recapitata all’indirizzo aziendale della lavoratrice.

I messaggi WhatsApp la giurisprudenza li equipara agli SMS

Una importante pronuncia del  Tribunale di Catania ha affermato che in assenza di forme sacramentali obbligatorie, il licenziamento intimato tramite WhatsApp è idoneo a soddisfare l’onere della forma scritta.

Il Tribunale di Napoli nel 2025 ha affrontato la questione della validità del licenziamento comunicato tramite WhatsApp, con allegato il modello UniLav, ed ha statuito che la comunicazione del licenziamento, anche se effettuata attraverso strumenti informatici come WhatsApp, soddisfa il requisito della forma scritta, purché la comunicazione contenga le generalità delle parti, gli estremi del rapporto di lavoro, la data e la motivazione del recesso, e sia effettivamente portata a conoscenza del lavoratore.

BENESSERE PSICO SOCIALE NEL LAVORO

(Proposta di legge – Novelle al T.U. sulla salute e sicurezza sul lavoro)

La proposta di legge di modifica al Testo Unico sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro mira e promuovere una cultura aziendale che potenzi il benessere mentale ed incoraggi un ambiente di lavoro più equo e sostenibile

Gli obiettivi sono plurimi: protezione della salute mentale del lavoratore, valutazione dei rischi, introduzione di strumenti per la protezione, attenzione agli obblighi del datore di lavoro

La responsabilità del datore di lavoro nel contesto della tutela della salute mentale dei lavoratori dipendenti è già riconosciuta dalla giurisprudenza, ma la normativa è ancora lacunosa.

Ciò che è necessario è dare una adeguata risposta al contesto attuale, tramite misure efficaci per la prevenzione ed il contrasto del disagio psicologico in ambito lavorativo.

 

RESPOSANSABILITA DEL DATORE DI LAVORO.

(Corte di Cassazione civile –Sez. 24 -  Sentenza n. 26021 del 24/09/2025)

Il datore di lavoro viene considerato responsabile anche dei danni scaturenti da comportamenti negligenti o imprudenti dei lavoratori o scaturenti dalla violazione da parte dei lavoratori delle norme antinfortunistiche o di direttive.

Si ravvisa un concorso colposo della vittima solo nel caso in cui questi abbia posto in essere un contegno “abnorme”ed “esorbitante” rispetto al procedimento lavorativo ed alle direttive ricevute tale da porsi come causa esclusiva dell’evento e creare condizioni di rischio estranee alle normali modalità del lavoro d svolgere.

 

 

Contenzioso Amministrativo

DIVIETO DI PANTOUFLAGE

(D.Lgs. 165/2001 articolo 53 comma 16/ter)

Il fenomeno del pantouflage (o porte girevoli) si manifesta quando un dipendente pubblico, cessato dal servizio, instaura rapporti di lavoro o collaborazione con soggetti privati con i quali aveva intrattenuto relazioni professionali nell’esercizio delle proprie funzioni, sfruttando potenzialmente informazioni privilegiate o relazioni costruite durante il servizio.

L’articolo 53 del decreto legislativo 165/2001 che i dipendenti pubblici che, negli ultimi tre anni di servizio, abbiano esercitato poteri autoritativi o negoziali possono, nei tre anni successivi alla cessazione del rapporto, svolgere attività lavorativa o professionale presso i privati destinatari dell’attività della pubblica amministrazione da essi svolta.

In caso venga violato tale divieto triennale le conseguenze sono:

-          Nullità del contratto

-          Divieto per il soggetto privato di contrattare pe tre anni con la Pubblica Amministrazione

-          Obbligo di restituire i compensi percepiti

 

LICENZA SCOMMESSE

(Consiglio di Stato –  Sentenza n 1003 del 07/02/2025)

La licenza per l’attività di raccolta scommesse può essere legittimamente sospesa per tre mesi se sono venute meso, in capo ai proprietari di quote sociali,  le necessarie garanzie di sicurezza e affidabilità.

Queste sono imprescindibili per continuare lo svolgimento dell’attività di raccolta scommesse, considerando che tale attività è fortemente a rischio in tema di abuso della licenza ed ingerenza della criminalità organizzata ed infatti è attività soggetta ad autorizzazione di polizia.

L’Amministrazione infatti è tenuta a fare una valutazione prognostica, discrezionale, sindacabile dal giudice se manifestamente illogica o arbitraria.

 

AFFIDAMENTO DIRETTO

(TAR Sardegna -  Sez.I – Sentenza n. 793 del 3/10/2025)

Le procedure di affidamento diretto sono quelle in cui la scelta del contraente avviene senza gara. Essa è utilizzabile per lavori fino a 150.000,00 euro, e le stazioni appaltanti devono garantire) la scelta dell’operatore deve essere sempre motivata, ancorché discrezionale.

Tale scelta infatti non può sfuggire al sindacato di legittimità del giudice amministrativo nei casi in cui sia manifestamente illogica, arbitraria, irragionevole, irrazionale o basata su travisamento di fatti.

 

Varie

SCIOGLIMENTO DI UNIONE CIVILE

(Corte di Cassazione -Sez. I -  Sentenza n. 25495 del 17/09/2025)

In caso di cessazione di unione civile, non diversamente da quanto avviene nel matrimonio, può essere riconosciuto l’assegno divorzile. Questo può riconoscersi quando venga accertata l’inadeguatezza dei mezzi del richiedente, rivestendo l’assegno dunque funzione assistenziale e funzione perequativo-compensativa.

La funzione assistenziale si configura quando una delle parti del rapporto non abbia mezzi adeguati e sufficienti per una una vita autonoma e dignitosa e sia impossibilitato a procurarseli malgrado ogni diligente sforzo.

La funzione compensativa si configura quando lo squilibrio economico tra le parti dipende da come è stata condotta la vita comune e quanto una delle parti abbia sacrificato le proprie aspettative professionali e reddituali per assicurare un maggiore contributo al menage domestico ed alla formazione del patrimonio comune e dell’altra parte

 

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

(Decreto Ministero dell’Istruzione e del Merito n  166 del  09/08/2025

Con il Decreto 9 agosto 2025 n. 166 il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha adottato le Linee guida per l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nelle scuole.

Il documento adottato dal Ministero dell’Istruzione e Merito intende promuovere l’adozione cosciente e responsabile dell’IA, garantisce il rispetto delle normative nazionali ed europee sulla protezione dei dati personali, etica e sicurezza.

L’introduzione dell’IA nella scuola non è solo una questione tecnica, ma un processo giuridico e culturale che richiede attenzione ai diritti fondamentali, alla trasparenza e alla responsabilità. In primis infatti, pur essendo riconoscibile il potenziale trasformativo dell’Intelligenza Artificiale nell’ambiente scolastico, ne vanno assolutamente valutati i rischi

AGENDA LEGALE LUGLIO 2025

       

 

STUDIO ROMANO  LEGAL

Contenzioso Tributario

LEGITTIMAZIONE ATTIVA

(Corte di Cassazione –– Sentenza n. n. 12864/5 del 13/06/2025)

Non ha legittimazione attiva la persona fisica cui è stato notificato atto impositivo che non contiene alcuna pretesa tributaria a suo carico, neanche in via solidale o sanzionatoria.

Secondo i supremi Giudici, la persona fisica non è legittimata ad impugnare un atto impositivo in proprio neanche con lo scopo di negare di detenere la qualità ed il potere rappresentativo a causa del quale gli è stata indirizzata la notifica dell’atto stesso.

Nel dettaglio, la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un contribuente avverso un atto impositivo intestato e diretto ad una società, con sede all’estero, ma a notificato a lui in qualità di rappresentante fiscale di soggetto non residente.

 

NULLITA’ DELLA SENTENZA

(Corte di Cassazione – Ordinanza 15619/5 del 15/06/2025)

E’ nulla la sentenza emessa dal giudice tributario se non sia stata comunicato alle parti, almeno tre giorni prima dell’udienza da remoto, l’orario dell’udienza e le modalità di collegamento. Questa comunicazione adempie all’essenziale funzione di garanzia del diritto di difesa e del principio del contraddittorio.

Nel caso specifico la Corte di Cassazione ha cassato con rinvio una sentenza di secondo grado in quanto il contribuente, formulata ritualmente istanza di trattazione dell’udienza da remoto, aveva poi appreso che la causa era stata già trattata e decisa non consentendogli di potersi difendere.

INTERESSE AD AGIRE E ROTTAMAZIONE QUATER

(Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Sicilia– Sentenza n. 3719/13  del 21/05/2025)

Viene dichiarato inammissibile il ricorso precedentemente instaurato dal contribuente  nel momento in cui decida di aderire alla definizione agevolata, la c.d. rottamazione quater.

L’ inammissibilità del ricorso viene dichiarata per sopravvenuta carenza di interesse.

Così si è espressa la Corte di Giustizia di secondo grado della Sicilia, allineandosi peraltro ad alcune pronunce precedenti della Corte di Cassazione, recentissima la sentenza n. 780 del 12/01/2025.

La Corte siciliana, dopo aver illustrato i tre orientamenti attualmente esistenti sulla fattispecie, ed ovvero che in caso di rottamazione del debito il giudizio vada sospeso fino ad integrale pagamento del debito o che vada sospeso fino al pagamento dei debiti fino a quel momento maturati o che il giudizio vada dichiarato inammissibile, ha ritenuto di accogliere questa ultima interpretazione che ritiene in linea con il principio costituzionale della ragionevole durata del processo di cui all’articolo  111 della Costituzione.

 

 

Sezione  Lavoro

PERMESSI EX LEGE 104

(Corte di Cassazione  - Ordinanza  n. 5498/2025)

E’ legittimo il licenziamento del dipendente che ha utilizzato i permessi ex lege 104/1992, concessi per l’assistenza al familiare affetto da grave disabilità, per i giorni in cui il predetto familiare era ricoverato in una struttura ospedaliera, in grado di fornirgli valida assistenza.

Così ha stabilito la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 5948/2025

 

ANTICIPO TFR

(Corte di Cassazione – Sez. civile – Sentenza n.13525 del 20/05/2025)

Con la sentenza recentissima del 20/05/2025, la Corte di Cassazione civile ha affermato che l’anticipazione del TFR, operata in modo continuativo mediante accredito mensile nella busta paga, va a snaturare la funzione dell’anticipazione.

Anticipare il TFR è una deroga, dovuta a ragioni eccezionali cui far fronte una tantum, rispetto alla regola generale per cui il Trattamento di Fine Rapporto va accantonato mensilmente.

Sull’argomento si era già espresso l’Ispettorato nazionale del Lavoro, concludendo, con la nota prot. 616 del 3/04/2025, che l’anticipazione automatica in busta paga della quota di TFR è illegittima.

 

LICENZIAMENTO

(Tribunale di Napoli Nord – Sentenza n. 1758 del 16/04/2025)

E’ legittimo e valido il licenziamento comunicato tramite WhatsApp, con allegazione del Modello Unilav.

Dunque la comunicazione del licenziamento, sebbene attraverso strumenti informatici come appunto whatsapp, soddisfa il requisito della forma scritta prevista  dalla legge 604/1966, purché essa contenga l’indicazione delle generalità delle parti – gli estremi del rapporto di lavoro -  data del recesso . motivazione del recesso e venga portata effettivamente a conoscenza del lavoratore.

La ricezione e la conoscenza  da parte del lavoratore sono elementi essenziali per la validità della comunicazione.

Tale decisione si inserisce in un orientamento giurisprudenziale che riconosce la validità delle comunicazioni di licenziamento effettuate con mezzi informatici, purchè garantiscano certezza e trasparenza della manifestazione della volontà del datore di lavoro 

 

Contenzioso Amministrativo

COSTO DELLA MANODOPERA

(TAR Sicilia  -Catania Sez. III – Sentenza n. 1354/2025)

Nell’ambito di un contratto di appalto, un’offerta che presenti un costo della manodopera inferiore rispetto  a quello stimato dalla stazione appaltante non deve essere automaticamente esclusa, ma sottoposta a verifica di anomalia.

In sede di verifica l’operatore dovrà dare prova di rispettare i minimi salariali previsti dal contratto collettivo applicato e di essere riuscito a conseguire il ribasso solo grazie ad una efficiente organizzazione aziendale.

Nel settore degli appalti pubblici il ribasso dei costi della manodopera è una questione alquanto controversa e dibattuta, soprattutto perchè non è un problema meramente tecnico ma investe  efficienza economica – tutela dei diritti dei lavoratori – disciplina concorrenziale

 

APPALTO PUBBLICO

(Consiglio di Stato – Sez.III – Sentenza n. 84 del 1703/2025)

L’estinzione del reato (che consente di non dichiarare l'emanazione del relativo provvedimento di condanna), non è automatica per il mero decorso del tempo, ma deve essere formalizzata in una pronuncia espressa del Giudice dell'Esecuzione Penale, con la conseguenza che, fino a quando non intervenga tale provvedimento giurisdizionale, non può legittimamente parlarsi di reato estinto e il concorrente ad una pubblica gara non è esonerato dalla dichiarazione dell'intervenuta condanna

 

ERRORE PROGETTUALE

(D.Lgs. n. 36/2023  – Art. 41 comma 8)

L’appaltatore è tenuto a verificare la progettazione fornita dalla Stazione appaltante. Rientra tra i suoi obblighi di diligenza infatti, secondo l’articolo 1176 c.c., senza una specifica pattuizione in tal senso, il controllo della validità tecnica del progetto fornito  dal Committente, posto che il risultato promesso dipende dalla corretta progettazione prima ancora che  dall’esecuzione dell’opera.

Il mancato rispetto dell’onere di verificare il progetto, e correlatamente di segnalare prontamente eventuali carenze progettuali, può avere come conseguenza l’impossibilità per l’appaltatore di opporre cause di impedimento all’esecuzione dei lavori, come ad esempio  la scoperta in corso di opera di peculiarità geologiche, idriche, di gestione delle interferenze o di altro tipo(così, fra le altre,  Corte di Cassazione n. 5144/2020 – Corte di Appello di Cagliari n. 258/2023 – Tribunale di Palermo n. 4543/2021).

La circostanza per cui l’appaltatore esegue l’opera sul progetto predisposto o fornito dal Committente e redatto da professionisti esterni, non degrada l’appaltatore stesso a mero esecutore. L’appaltatore è tenuto ad eseguire a regola d’arte il progetto, ma anche a controllare la congruità e la completezza del progetto e persino dell’operato della Direzione dei lavori.

 

Varie

ADOZIONE DI MAGGIORENNE

(Corte Costituzionale  - -  Sentenza n. 53 del 18/04/2025)

In caso di adozione di maggiorenne il cognome dell’adottato non può essere sostituito con quello dell’adottante. Questa scelta legislativa, secondo la Corte costituzionale, non ha né come conseguenza  una irragionevole disparità di trattamento né determina una lesione del diritto all’identità personale.

Simile sostituzione equivarrebbe alla cancellazione del cognome dell’adottato «che per (almeno) diciotto anni ha rappresentato il segno distintivo della sua identità personale». Né risolverebbe il problema la previsione del consenso dell’adottato a una adozione che produca tale effetto sostitutivo, poiché questo lo 

esporrebbe al rischio di «condizionamenti da parte dell’adottante, tanto più ove si considerino i benefici che l’adozione civile apporta all’adottato sul piano successorio».

La Corte ha altresì precisato che, ove la persona maggiore d’età abbia interesse a cancellare il proprio originario cognome, (anche perché questo rivela l’origine naturale) l’ordinamento già appresta specifici rimedi, come l’articolo 89, comma 1, del d.P.R. numero 396 del 2000 che disciplina la procedura da seguire per cambiare il cognome

 

RESPOSANBILITA’ MEDICA

(Corte di Cassazione  –Sez. penale Sentenza n.  25145 del 9/07/2025)

Il c.d. medico di famiglia può essere incriminato per omicidio colposo in caso di morte del suo paziente.

Infatti, in tema di responsabilità medica per reato omissivo colposo, il medico di medicina generale è tenuto a porre in essere tutte le condotte necessarie per tutelare la salute del suo paziente, anche al di là della mera richiesta di ricovero.

La sua posizione di garanzia, derivante dal rapporto terapeutico instaurato col paziente, fa si che la semplice trasmissione di un modulo non lo assolve dai suoi obblighi, se poi egli non faccia seguire una effettiva vigilanza sull’evoluzione clinica ed eventualmente un intervento tempestivo in caso di aggravamento delle condizioni.

La morte del paziente  che sia evitabile con una condotta alternativa doverosa, può fondare la responsabilità del medico anche in presenza di condotte apparentemente attivate.

Notiziario Legale Marzo 2025

       

 

STUDIO ROMANO  LEGAL

Contenzioso Tributario

SOPRAVVENUTA CARENZA DI INTERESSE

(Corte di Giustizia Tributaria di Secondo Grado della Sicilia– Sentenza n. 8868/14  del 25/11/2024)

Ogni qualvolta nel corso di un giudizio tributario intervenga un provvedimento che, anche senza essere propriamente satisfattivo della pretesa avanzata in giudizio, vada  a modificare la situazione di fatto o di diritto in modo tale da togliere al ricorrente l’interesse all’annullamento dell’atto impugnato, deve essere rilevata la sopravvenuta carenza di interesse a proseguire il giudizio.

Questo principio è stato recentemente affermato dai giudici di secondo grado siciliani sulla base della giurisprudenza del Consiglio di Stato (sentenza n. 3457 del 21/05/2013) e della Corte di Cassazione (sentenza n. 4410 del 10/02/2022)

ESTINZIONE DI SOCIETA’

(Corte di Cassazione – Sezione tributaria – Ordinanza n. n. 33570 del 20/12/2024)

Con l’estinzione della società, in seguito alla cancellazione dal registro delle imprese, si verifica un fenomeno successorio particolare, in forza del quale i soci subentrano nei rapporti obbligatori facenti capo alla società. Questi rapporti non si estinguono giacché, in caso contrario, verrebbero frustrati i diritti dei 

creditori sociali ma i soci diventano “successori” della società, nella specifica ipotesi di riscossione della quota e subentrano anche nella legittimazione processuale.

Diversamente, non sussiste alcuna legittimazione in capo al liquidatore e la sua responsabilità è subordinata alla ipotesi in cui il mancato pagamento di debiti sia dipeso dal suo operato.

 

AVVISO DI ACCERTAMENTO IMU. PROVVEDIMENTO DI DIMINUZIONE

(Corte di Giustizia tributaria di II grado del Lazio – Sentenza n. 10 del 3/01/2025)

La modificazione in diminuzione di un avviso di accertamento IMU non integra una pretesa tributaria nuova. Di conseguenza non è necessaria l’emanazione di un atto impositivo che sostituisca integralmente quello precedente.

Così si è espressa la Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado del Lazio che ha rigettato l’appello del contribuente, allineandosi perfettamente alla posizione della giurisprudenza di legittimità e affermando che l’accertamento in riduzione consiste in una revoca parziale dell’imposta oggetto del relativo accertamento e non richiede necessariamente la formalizzazione in atto impositivo integralmente sostitutivo del precedente.

   

Sezione  Lavoro

LICENZIAMENTO LEGITTIMO

(Corte di Cassazione – Sezione lavoro – Ordinanza n. 24248 del 04/11/2024 )

La Sezione Lavoro della Corte di Cassazione ha accertato la legittimità di un licenziamento irrogato ad una dipendente per aver fatto timbrare il badge presenze ad un collega, attestando, falsamente e fraudolentemente, la propria presenza in ufficio.

Questo comportamento è stato ritenuto una violazione delle regole di correttezza e lealtà, indispensabili per mantenere la fiducia reciproca all’interno del rapporto professionale.

Il principio di fiducia è elemento fondamentale nel rapporto di lavoro. La sentenza sottolinea che, quando il comportamento fraudolento è dimostrato, il licenziamento è una misura proporzionata, atta a tutelare l’integrità del rapporto professionale.

I Giudici hanno rigettato l’opposizione della lavoratrice sul presupposto che il ritardo si limitava a un’ora e che, in altre occasioni, il suo orario di servizio era stato regolare.

 

DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE

(Disegno di legge n. 1290 del 6/11/2024)

Nel Novembre 2024 è stato presentato al Senato un progetto di legge molto innovativo che reca “Disposizioni in materia di diritto alla disconnessione nei rapporti di lavoro”.

Lo scopo è creare una nuova cultura ed evitare tecnostress e sindrome da burnout. Riguarda i dipendenti, ma anche autonomi e professionisti.

Durante gli ultimi anni, anche a seguito della pandemia da COVID-19 e della diffusione delle nuove tecnologie, l’organizzazione del lavoro ha subito trasformazioni sia dei processi produttivi sia, principalmente, degli  stessi modelli di vita di un numero sempre più vasto di lavoratori. Nel dettaglio si è prodotta una smaterializzazione dei concetti di luogo e tempo per l’esecuzione di talune prestazioni lavorative. Tutto ciò ha come conseguenza sicuramente una migliore gestione del tempo di lavoro, ma anche il rischio di provocare una dilatazione di tale tempo, tanto da portare a che vita privata e vita professionale si sovrappongano.

E’ emersa dunque la consapevolezza della necessità di trovare un equilibrio tra le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica e il rispetto della sfera privata del lavoratore e del controllo del proprio tempo libero. Questa esigenza è stata identificata nel c.d. diritto alla disconnessione,  il diritto per il lavoratore di non essere costantemente reperibile e la libertà di non rispondere alle comunicazioni di lavoro durante il periodo di riposo, senza che ciò comprometta la sua situazione lavorativa

 

DIMISSIONI PER FATTI CONCLUDENTI

(COLLEGATO LAVORO -Legge 203/2024)

L’art. 19 della Legge n. 203 del 2024, definita Collegato lavoro, ha introdotto l’istituto delle dimissioni per fatti concludenti. Una specifica procedura che deve essere seguita dal datore di lavoro per risolvere unilateralmente il rapporto di lavoro per volontà, implicita, del lavoratore.

Tale procedura si applica in caso di assenza ingiustificata del lavoratore protratta oltre il termine previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro applicato al rapporto di lavoro (o in mancanza di previsione di legge superati i 15 giorni) per cui il datore di lavoro ne dà comunicazione alla sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, che può verificare la veridicità della comunicazione medesima ed il rapporto di lavoro si intende risolto per volontà del lavoratore

Spetterebbe poi al lavoratore dimostrare l’impossibilità, per causa di forza maggiore o per fatto imputabile al datore di lavoro, di comunicare i motivi che giustificano la sua assenza.

Lo scopo della norma è evitare l’abusivo riconoscimento della Naspi a lavoratori che, anche in accordo con i datori di lavoro, non si presentano sul luogo di lavoro ma non si dimettono per essere licenziati per giustificato motivo soggettivo.

 

Contenzioso Amministrativo

NUOVI INTERVENTI SU IMMOBILE CONDONATO

(Consiglio di Stato  - Sezione  VI – Sentenza n. 482  del 22/01/2025)

Sugli immobili oggetto di condono non sono ammissibili interventi edilizi ulteriori, se non di manutenzione ordinaria, straordinaria e risanamento conservativo.

Questo quanto sancito dal Consiglio di Stato con sentenza n. 482 motivata dal fatto che il condono edilizio non rende l’opera condonata legittima ma ne evita la demolizione e ne consente il trasferimento, che sarebbe altrimenti vietato.

Diversamente, si dovrebbe riconoscere al titolo edilizio rilasciato in sede di condono una sorta di “ultrattività indeterminata”, estendendo la sua portata al di là dei termini indicati dalla legge

 

DANNO DA PROVVEDIMENTO

(Consiglio di Stato –  Sentenza n 1003 del 07/02/2025)

La P.A. può essere ritenuta responsabile di un danno da provvedimento qualora sussista la prova che abbia agito in maniera  illegittima ma anche che  abbia agito quanto meno con colpa.

La valutazione della responsabilità dell’Amministrazione per danni da provvedimento, quindi, non può avvenire in base al solo dato obiettivo dell’illegittimità dell’azione amministrativa, ma va dimostrato che l’Ente abbia agito con colpa, in contrasto con i canoni di diligenza, buona fede ed imparzialità.

 

CONDONO EDILIZIO

(TAR Molise – Sez. I – Sentenza n. 84 del 1703/2025)

La sanatoria o il condono degli illeciti urbanistici ineriscono solo al rapporto fra Pubblica Amministrazione e privato costruttore. Dunque esplicano i loro effetti solo sul piano dei rapporti pubblicistici -amministrativi, senza alcuna incidenza nei rapporti fra privati.

Restano dunque impregiudicati i diritti dei privati confinanti derivanti dalla eventuale violazione delle distanze legali previste dalla legge.

Seppure in presenza di un provvedimento di condono, il proprietario del fondo contiguo, leso dalla violazione delle norme urbanistiche o delle distanze legali, in presenza dei relativi presupposti ha comunque il diritto di chiedere ed ottenere l'abbattimento o la riduzione a distanza legale della costruzione in ipotesi illegittima.

 

Varie

DELITTI CONTRO LA FAMIGLIA

(Corte di Cassazione  - Sez. VI penale -  Sentenza n. 1268 del 13/01/2025)

Chi impedisce al proprio coniuge o al proprio convivente di essere economicamente autonomo può essere imputato per maltrattamenti. Integra il delitto di maltrattamenti contro familiari o conviventi la condotta di chi impedisce alla persona offesa di essere economicamente indipendente, nel caso in cui i comportamenti vessatori siano suscettibili di provocare in quest’ultima un vero e proprio stato di prostrazione psico-fisica nonché la circostanza per cui le scelte economiche ed organizzative assunte in seno alla famiglia siano non condivise ma unilateralmente imposte e siano il risultato di comprovati atti di violenza o di prevaricazione psicologica.  Questo quanto sancito dai giudici penale della Corte di Cassazione nella recentissima pronuncia del 13 Gennaio.

 

VIOLAZIONE DELLA PRIVACY

(Garante Privacy  – Provvedimento  n. 411/2024)

Pubblicare decisioni giudiziarie senza omettere nomi di minori o informazioni relative ai minori coinvolti nella vicenda costituisce violazione della privacy.

La pubblicazione di notizie giornalistiche deve essere limitata alla notizia essenziale non potendo essere fornite informazioni personali.

I minori sono soggetti vulnerabili e richiedono una protezione rafforzata, sia sul piano giuridico sia su quello etico.

La pubblicazione di sentenze o articoli che coinvolgono dati sensibili deve essere accompagnata da rigorosi controlli preventivi, sia tecnici sia giuridici, nonché dall’adozione di politiche editoriali chiare e coerenti, che stabiliscano protocolli per il trattamento e la pubblicazione di informazioni sensibili.

Spetta a chi pubblica il provvedimento provvedere ad anonimizzare i dati.

 

ADOZIONE INTERNAZIONALE

(Corte Costituzionale – Comunicato 21/03/2025)

Anche le persone singole possono adottare minori stranieri in situazione di abbandono.

Così statuisce la Corte Costituzionale dichiarando costituzionalmente illegittimo l’articolo 29-bis, comma 1, della legge numero 184 del 1983, nella parte in cui non include le persone singole fra coloro che possono adottare un minore straniero residente all’estero. Tale esclusione si pone in contrasto con la Costituzione, e altresì con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, comprimendo, in modo sproporzionato, l’interesse dell’aspirante genitore a rendersi disponibile rispetto a un istituto, qual è l’adozione, ispirato a un principio di solidarietà sociale a tutela del minore. L’interesse a divenire genitori, pur non attribuendo una pretesa a adottare, rientra nella libertà di autodeterminazione della persona e va tenuto in considerazione, insieme ai molteplici e primari interessi del minore, nel giudizio sulla non irragionevolezza e non sproporzione delle scelte operate dal legislatore.

Notiziario Legale Novembre 2024

 

STUDIO ROMANO  LEGAL

 

Contenzioso Tributario

CONTRASTO TRA MOTIVAZIONE E DISPOSITIVO

(Corte di Giustizia Tributaria di secondo grado della Calabria – Sentenza n.  2370/6 del 12/09/2024)

Nel caso sussista un contrasto tra il dispositivo di sentenza che viene notificato al contribuente e la

motivazione della stessa, prevale sempre la motivazione.

Il dispositivo infatti ha solo la funzione di esprimere in forma riassuntiva la decisione, laddove invece la motivazione rivela anche il dictum espresso formalmente dal dispositivo.

Tale principio, già variamente sostenuto dalla giurisprudenza di legittimità, è stato affermato dalla Corte di giustizia tributaria di secondo grado della Calabria, in occasione di una istanza di correzione presentata da una contribuente per una discrasia tra motivazione del provvedimento contestato e dispositivo

Notiziario Legale Settembre 2024

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Contenzioso Tributario

DICHIARAZIONE TARDIVA

(Corte di Cassazione tributaria  - Ordinanza n  23409 del 30/09/2024)

La dichiarazione dei redditi tardiva è valida e non può essere equiparata a quella omessa.

L’avvio da parte dell’Amministrazione di verifiche, accessi, ispezioni o altre attività di accertamento non impedisce al contribuente di presentare, nei termini previsti dalla legge, una valida dichiarazione tardiva senza che tale ritardo possa essere causa dell’emissione dell’accertamento induttivo previsto dalla legge per le diverse ipotesi di omessa presentazione della dichiarazione o di dichiarazioni nulle.

 

Notiziario Legale Giugno 2024

Notiziario Legale Giugno 2024

Contenzioso Tributario

CORREZIONE DELLE OPZIONI NELLE DICHIARAZIONI TRIBUTARIE

(Corte di Cassazione tributaria – Sezione V - Sentenza  9073 del 5/04/2024

L’errore relativo alle opzioni effettuate in sede di dichiarazione tributaria si ritiene riconoscibile ed è correggibile. L’errore, per essere riconoscibile, deve emergere dalla presenza di elementi contraddittori all’interno della stessa dichiarazione.

Notiziario Legale Aprile 2024

Notiziario Legale Aprile 2024

Contenzioso Tributario

COMUNICAZIONE DI PRESA IN CARICO

(Corte di Giustizia Tributaria di Secondo Grado della Campania – Sentenza n. 1730/ del 08/03/2024)

La comunicazione di presa in carico che non sia preceduta dalla notifica di un avviso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate è impugnabile.